venerdì 30 novembre 2012

Tre Uomini e una Squadra /5


Il 2011 è l’anno dei mondiali di Torino che valgono la qualificazione Olimpica e quello che io chiamo da sempre “panico da qualificazione” pervade il settore tecnico FITARCO.
Filippo Clini, tecnico della nazionale Maschile a Pechino, retrocesso prima a “tecnico dei materiali” , è ormai estromesso dal settore senior Olimpico,  al quale si unisce la coreana Sally Park, ex coach di Singapore Junior,  come tecnico del femminile.
La pressione aumenta su tutti gli atleti, con ufficialmente  sempre tutti  i posti nella squadra olimpica per Torino in discussione in base ai soliti astrusi criteri di qualificazione a punteggi/piazzamenti/valutazione durante raduni e gare internazionali.  Marco Galiazzo rinuncia alla stagione Indoor internazionale  per puntare tutto su Torino,  gli altri gestiscono in qualche modo la stagione invernale.
I primi risultati internazionali sono però molto lontani da quelli che avevano fatto ben sperare nel 2010.
A Porec in Aprile (1° tappa World Cup) , la squadra maschile (Frangilli Galiazzo e Nespoli) è 5° e la femminile (Valeeva, Tonetta e Tomasi) 7°
Ad Antalya i n Giugno (2° tappa World Cup) , la squadra maschile è solo 10°  in qualificazione e perde al primo scontro contro la GBR, finendo 9°;  la squadra femminile è 5° in qualificazione con record Italiano e perde al secondo scontro, finendo 7°.  La squadra maschile è la stessa di Porec, la femminile ha la Sartori al posto della Tonetta. I quarti della squadra erano Giori nel maschile e Lionetti nel femminile.
Le squadre per Torino sono fatte, ma i presupposti non sembrano per nulla incoraggianti.
Sostengo a suo tempo sul Forum CAM che comunque il problema per tutti  nostri è uno solo: mancanza di tempo per allenarsi, tra una trasferta e l’altra e mancanza di tranquillità per prepararsi  adeguatamente.  Manca meno di un mese ai mondiali : il tempo è breve, ma se non si esagera con la pressione, può essere sufficiente. I nostri eroi devono recuperare una quindicina  di punti a testa per tornare in vetta, e su un intero FITA 15 punti sono recuperabili. 
Torino 2011 è un gran mondiale, in termini di numero di partecipanti, se non di punteggi assoluti.  Per la prima volta ad un mondiale é in funzione la regola che i primi 8 in qualificazione vanno diretti ai 16esimi, ovvero hanno le Olimpiadi in tasca. Per gli altri, la dura legge della qualificazione a squadre piazzandosi nei primi otto posti, ovvero superando il primo scontro.
Prevedo che servirà almeno un 1350 per qualificarsi nei primi 8 maschili del ranking, e l’ottavo è il canadese Lyon a 1350 esatti. Ma il primo degli italiani è Michele, 10° a 1344,  che sommati ai 1335 di Mauro ed ai 1333 di Marco ci portano a 4012 punti e ad un  inatteso 2° posto dietro la Korea.
Nel femminile, Natalia fa 1353, Jessica 1331 Guendalina 1328, anche loro 4012, nuovo record Europeo (non ancora omologato, chissà perché, a oggi) e terzo posto in qualificazione dietro Korea e Cina.
Felicità generale e sembra fatta, nonostante tutto e tutti,  ma il diavolo fa le pentole …
Gara a squadre maschile: Michele ha una intossicazione alimentare che gli ha fatto gonfiare collo e mani. I suoi normali riferimenti di ancoraggio se ne sono andati, e può solo tirare di forza con appoggi approssimati.  Non c’e’ riserva, o tira o la squadra semplicemente deve gareggiare con due membri soltanto..
Decide di tirare ugualmente, ma la squadra è chiaramente con due membri e mezzo… e tutto sembra perduto. 
Ma sul campo di gara,  gli avversari tedeschi si presentano con uno dei membri con la schiena bloccata. Lui sì che non può tirare, e i tedeschi gareggiano in …. due contro due e mezzo. Vinciamo inevitabilmente, e siamo alle Olimpiadi !  Lo scontro successivo è pure vinto, ma perdiamo in semifinale con la Francia. Sarà finale per il Bronzo!
La squadra femminile tira malino il primo scontro con la Bielorussia , e finisce pari. Sono quattro gli spareggi sul campo per l’accesso ai quarti ed alle Olimpiadi. Parte il tempo, e qualcosa va storto. Le nostre tirano le tre frecce velocissime ma male, le bielorusse tirano bene le prime due frecce ma non tirano la terza.  Si scopre che il direttore dei tiri aveva dato 40 secondi invece di 60 per lo spareggio. Le bielorusse presentano reclamo, chiedendo di recuperare la terza freccia. Il recupero è concesso, e vincono lo scontro. L’Italia presenta reclamo contro il tempo errato, e così pure fanno le altre tre squadre perdenti lo spareggio.
I mondiali si arrestano per oltre un’ora mentre la Giuria di Appello si riunisce per decidere.
Chiacchiero qua e là nell'attesa con arbitri e personaggi FITA. Morten Willmann, presidente della commissione arbitri mondiale, Paul Poulsen, vicepresidente anziano  FITA e Franco Papero, ex arbitro nazionale sono unanimi: l’errore è stato dell’Italia che non ha visto, come la Bielorussia, che il tempo era errato. La nostra squadra avrebbe dovuto tirare solo due frecce e chiedere il recupero come le Bielorusse, e non affrettarsi per stare  in 40 impossibili secondi.  Nella storia e nei regolamenti della  FITA d a  sempre si dice che  in gara le frecce non possono essere mai tirate due volte.  Secondo tutti il ricorso verrà respinto. Le Olimpiadi per l’Italia femminile non sono che una vaga speranza.
Invece, clamorosamente, per la prima volta nella storia della FITA, le frecce di spareggio vengono fatte ritirare a tutti e l’unico dei quattro spareggi che cambia risultato è quello dell’Italia. Siamo nei quarti e a Londra! Sull'entusiasmo  la marcia è poi inarrestabile, e complice la sconfitta della Korea in semifinale, si aprono alla squadra femminile le porte della finale per l’ORO.
Come è finita, lo sappiamo tutti: ORO alla squadra femminile,  Bronzo alla squadra maschile, e le due squadre sulla via, ancora lunghissima, per Londra 2012
Intanto il sottoscritto aveva partecipato al congresso FITA di Torino come candidato al Consiglio FITA e poi partecipato ai Mondiali di Torino come Coach della squadra della Costa d’Avorio, ma questa, al solito, è un’altra storia.
La squadra Ivoriana a Torino 2011

martedì 20 novembre 2012

Tre Uomini e una Squadra /4


La storia delle squadre di Londra 2012 è iniziata nel 2009 a Ulsan, in Korea, durante i Mondiali Targa.

E’ cominciata veramente lì per tutte le nazioni che puntavano ad una medaglia a Londra, non solo per l’Italia.
Sullo splendido campo in sintetico di Ulsan, scavato nella montagna e protetto dal vento, un tale OH Hin Jek fa  l’incredibile record del mondo a 90 mt con 342 punti e il totale FITA a 1389.  OH sostituiva PARK  Kyung Mo nel terzetto che aveva vinto l’Oro a Pechino in finale l’anno prima contro l’Italia. IM Dom Hyun e LEE Chang Hwan  erano gli altri due .  LEE ad Ulsan batte  IM nella finale per l’ORO individuale,  ed i tre battono in finale a squadre la Francia che annoverava Girouille, Valladont e Aubert.
I Coreani si convinsero di avere con OH un uovo PARK  e i Francesi, sconfitti di misura,  di avere  la formula per vincere le Olimpiadi, solo da affinare un po’.
Ma nella stessa gara, gli USA si sono rei conto che i 50 anni di Buch Johnson con  Vic Wunderle re con Ellison non danno più risultato, la Gran Bretagna che Pietro SUK non fa per loro come allenatore, il Giappone che anche il tempo di Yamamoto è finito, e l’Italia…

L’Italia maschile va a Ulsan dopo un percorso pilotato in modo tale da essere sicuri che la squadra di Ulsan fosse quella di Pechino. La gara finale di selezione per la squadra era stata infatti fissata in Luglio, esattamente sopra le date dei World Games, in modo da eliminare dalle possibilità il ritorno di Michele Frangilli nella squadra Olimpica dopo l’esclusione del 2008. Michele, e con lui Jessica Tomasi per il femminile  vanno a Taipei per i World Games e non partecipano alla gara di selezione. Mancano quasi due mesi ai mondiali, ma nonostante le proteste non c’e’ modo di far spostare la data della selezione e le squadre per Ulsan maschile e femminile sono di fatto già definite uguali a quelle di Pechino.

Ma a Ulsan mentre la squadre femminile passa il primo turno e perde al secondo con il Giappone, la squadra maschile finisce 13° in qualificazione e perde con Taipei al primo scontro, gettando nel panico la FITARCO.  Mancano due anni ai mondiali di Torino e sconfitta al primo turno là significherebbe niente Olimpiadi!

Di ritorno da Ulsan, le regole e quindi le squadre cambiano. Niente più strane date per eliminare questo o quello dalle selezioni portano prepotentemente per  il 2010 in squadra Michele e Jessica, mentre a livello cosmetico viene riassunto Pietro Suk,appena  licenziato dalla Gran Bretagna ( che lo ha sostituito con Lloyd Brown, il coach della nazionale USA del 96 ), per mostrare in particolare al CONI che qualcosa si era fatto dopo la disfatta di Ulsan (una sola medaglia nel COF con Laura Longo Bronzo).

Nel 2010 siamo di nuovo competitivi, e nonostante rigurgiti continui di tentativi di modifica ad hoc delle squadre, giungono per il Maschile il record europeo a squadre sul 70 mt round (con record individuale di Michele)  e l’argento Europeo (Frangilli, Galiazzo, Di Buò, con argento individuale di Michele) , e per la femminile il Bronzo Europeo (Valeeva, Tomasi, Lionetti).
Rovereto 2010 - Vittorio- Sandrine & Michele

Purtroppo, come nel momento della sconfitta tutto viene messo in discussione, anche nel momento della vittoria si ritiene facilmente che il merito non sia di un insieme di fattori delicatissimi che fanno di tre uomini (o donne, ovviamente) una squadra, ma dei criteri di selezione e di pressione sugli atleti stessi per far fare loro risultato.  Ma sull’argomento ritorneremo, parlando del 2011.

Intanto, il vostro modesto cronista era sia ai mondiali di Ulsan che agli Europei di Rovereto come coach della  nazionale dell’Irlanda… ma questa è un’altra storia …

martedì 13 novembre 2012

Tre Uomini e una Squadra /3


Sono passati tre anni dal mio blog sulla squadra e su come si valuta e si costruisce. Per chi vuole rileggersele, basta andare a Tre Uomini e una Squadra e Tre Uomini e una Squadra /2

Sono invece passati tre mesi da quella splendida giornata di Londra dove i 3M (Mauro, Marco e Michele) hanno conquistato l’Oro Olimpico.

Avrete notato che è da tempo che non parlo delle squadre nazionali su Arcosfera. Ho disquisito parecchio sulle stesse sul forum CAM, ma Arcosfera non ha sfiorato l’argomento per anni. Fino ad oggi.
Oggi, anche se la “sbronza” da Oro Olimpico non è ancora del tutto smaltita, è ora di riparlare della nostra squadra Olimpica alla vigilia di una nuova stagione.  Face To Face il prossimo weekend (Natalia Valeeva in gara), Nimes e Coppa del Mondo Indoor a fine Gennaio (praticamente tutti i nazionali OL iscritti)  e Las Vegas con la finale della Coppa del Mondo Indoor la prima di Febbraio, giusto poco prima degli Europei Indoor.
I risultati non si fanno con il passato, che resta nei libri di storia, ma con il solito mix di fatica, sacrificio e tecnica. Gli Eroi di Londra, come vengono ormai definiti, hanno ripreso ad allenarsi e anche se i risultati al momento sono mediocri, non c’è dubbio che per fine Gennaio i nostri tre saranno pronti ed il oro livello adeguato a quello delle gare che li vedranno ancora protagonisti. La Vittoria è una droga,e come tale da assuefazione e necessità di ripetizione. Loro l’hanno nel sangue e non riescono, per fortuna, a liberarsene.
L'Italia al Lord's Cricket Ground 

Ma i Tecnici, quelli con la T maiuscola delle Squadre Nazionali nonché gli oltre  2000 tecnici FITARCO di vario genere, più tutti gli altri arcieri che si interessano dell’argomento, si rendono conto di come si è arrivati all’ORO di Londra nel maschile? E come si è invece arrivati al disastro di Londra con la Squadra Femminile? Hanno idea di come fare a trasformare le poche grandi speranze di oggi nei 3M di domani? E di come ricostriure una squadra Olimpica femminile adeguata?

E’ ora di cominciare a raccontare la storia di una medaglia insperata e di un insuccesso annunciato fuori dal coro plaudente e dall’enorme carico di personaggi di ogni genere saliti sul carro dei vincitori e spariti dal carro delle perdenti.
Perché tre uomini hanno fatto una squadra nel maschile con un risultato al di là di qualsiasi previsione e tre donne non hanno fatto nulla nel femminile, mentre a Torino 2011 avevano addirittura vinto i Campionati del Mondo? Quali fattori hanno influenzato in modo positivo la squadra Maschile ed in modo negativo quella femminile?

Solo analizzando accuratamente i percorsi di avvicinamento a Londra delle due squadre si possono tentare di dedurre i fattori positivi e negativi che hanno portato ai due risultati, per vedere ovviamente di ripetere i primi ed eliminare i secondi in vista di Rio 2016 , ed è quello che cercherò di fare nelle prossime puntate di Tre uomini e una squadra, perché io c’ero e posso raccontare  in prima persona la storia mai detta. 

giovedì 5 luglio 2012

Estate, Olimpiadi alle porte…


Estate, Olimpiadi alle porte…Ho visitato per l’ennesima volta la sede FITARCO di Roma due gg. fa in occasione dell’ennesima udienza davanti alla Commissione di Giustizia Fitarco, in compagnia di mio figlio Michele e di Dario Petriniani. Una buona occasione per dare comunque  una occhiata alla situazione generale della nostra organizzazione centrale.

La palazzina di via Vitorchiano a Roma ospita ben 6 federazioni  nazionali, per un complessivo di oltre  190 persone, di cui 15 in carico a FITARCO. Di queste, solo 5 sono quelle ormai rimaste a carico CONI Servizi Spa, e mi hanno raccontato che esistono spinte notevoli da parte CONI perché questi superstiti accettino di passare a pari condizioni a carico FITARCO ( e lo stesso sta avvenendo nelle alte federazioni in casi simili).
I superstiti non amano molto la proposta, perché hanno dubbi sul futuro del loro posto di lavoro, e stanno resistendo alle pressioni, non si sa fino a quando. Dal loro punto di vista, un posto CONI è un posto SICURO, un posto FITARCO con un organico di 15 dipendenti incluso un dirigente potrebbe non esserlo già il prossimo anno, quando le diponibilità finanziarie, Olimpiadi finite, verranno drasticamente  ridotte   in particolare se l’esito a Londra non sarà positivo.  Probabilmente, hanno ragione.

E’ di ieri la notizia che la spending review del governo Monti ha portato ad proporre un 10% di tagli di finanziamento alle  forze armate.  Probabilmente, se i risultati di Londra non saranno positivi, anche i rinnovi della ferma per alcuni  nostri atleti nazionali nei corpi militari saranno a rischio.

Giusto prima della Coppa del mondo di Ogden, la federazione USA ha rinnovato per altri 4 anni il contratto al Coach nazionale Ki Sik LEE. LEE ha subito ripagato la fiducia portando alla qualificazione Olimpica anche la squadra femminile.  Triplo vantaggio per gli USA, tra le squadre favorite a Londra: rinnovo a condizioni ragionevoli (sarebbero state sicuramente diverse dopo Londra), qualificazione olimpica completa e nessun cambio di struttura per il prossimo quadriennio.  Radioarco diceva insistentemente che la FITARCO aveva contattato K.S.LEE per portarlo in Italia, come già fatto 4 anni fa.  E’ quindi ufficiale che ancora una volta LEE resterà negli USA dove, dopo aver eliminato tutti gli oppositori, regna ormai incontrastato  a livello tecnico (almeno nel maschile) . Altri nomi fatti per il posto di allenatore dell’Italia del dopo Londra?  Wietze Van Alten, allenatore dell’Olanda, è il più accreditato. In quattro anni ha fatto un lavoro eccellente e la giovanissima squadra Olandese maschile ha vinto gli Europei 2012, ma non si è qualificata per Londra. Coetaneo di Michele, è stato un grande sui campi di gara, con il Bronzo Olimpico del 2000 ed è stimatissimo come coach , come del resto ancora suo padre che lo affianca nel team olandese. Non lo vedo molto accettare un posto così a rischio come quello italiano, ma certo non sarebbe la scelta peggiore.
E i due Coreani coach attuali?  Radioarco li da partenti entrambi  indipendentemente dai risultati di Londra, come pure da partente il CT Gigi Vella.  Ma tutto dipenderà comunque dal nuovo ridottissimo Consiglio federale e dal “nuovo” Presidente. L’assemblea elettiva è anticipata a Dicembre,  prima di allora nulla sarà ufficiale.

Mentre scrivo, curioso sui risultati in tempo reale degli Europei Giovanili e dei Mondiali Universitari. Due eventi importanti in contemporanea  a 20 gg dalle Olimpiadi, con le fasce di età aumentate a 15-17 anni per gli Allievi e 18-20 anni per gli junior significano solo che entrambe le manifestazioni sono nate monche di parecchi protagonisti.  Diciannovenni  e ventenni che dovrebbero essere alle Universiadi sono agli Europei e viceversa, mentre quelli che fanno parte delle squadre maggiori  qualificate per Londra sono assenti da entrambe le manifestazioni, primo tra tutti il 18enne francese Gael Prevost, terzo alla Coppa del mondo di Ogden e uno dei favoriti  (io lo vedo sul podio) per Londra.  Non brillanti purtroppo le  prestazioni Italiane fino ad oggi in entrambe le gare, nonostante le innumerevoli assenze. 
Gael Prevost in finale per il Bronzo a Ogden 2012

Domenica scorsa, a 33 gradi all’ombra, ho fatto un giretto alla finale del trofeo Pinocchio, GDG nazionali, a Cardano al Campo (VA), a 3 Km da casa mia.  Due ore di chiacchere con tanti amici di tutta Italia che incontro solo alle manifestazioni nazionali. Tutti della medesima opinione: ormai sono una gara per professionisti dei 20mt, e tute le società si sono adeguate. Una tragedia per lo sviluppo dei ricambi nel settore giovanile futuro. E ora, la FITARCO ha anche ammesso  a calendario 2013 gare con il regolamento GDG al di fuori delle fasi ufficiali. Chissà se fra due anni ci sarà ancora qualche ragazzo in grado di tirare un FITA completo.

Per oggi, basta… gli argomenti sono tanti e le riflessioni ancora di più. Ma un noto atleta  che a Londra deve tirare è già al campo ad aspettarmi per l’allenamento serale…
E’ Estate e le Olimpiadi sono alle porte …  

giovedì 16 febbraio 2012

Dei Massimi Sistemi… - 1

Ritornare a parlare del mondo del Tiro con l’Arco dopo molti mesi di pausa mi ha richiesto prima di tutto una inevitabile riflessione su quali argomenti parlare.
E’ indubbio che gli argomenti non mancano,  ma è altrettanto indubbio che per affrontare i singoli argomenti che interessano la vita arcieristica quotidiana bastano e avanzano i forum.
Vogliamo parlare della lunghezza e assurdità delle nostre premiazioni?  L’argomento è per l’ennesima volta aperto sul forum CAM  e non vale la pena di affrontarlo qui.

Ma il 2012 ci vede in un mondo sostanzialmente diverso da quello dal quale proveniamo. La crisi economica globale influenza pesantemente tutte le attività non solo nel nostro paese, e lo sport è pesantemente colpito da questa situazione.
Giusto due giorni fa il governo ha detto no alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020, per la semplice ragione che i soldi per garantire una manifestazione di quella portata non ci sono.

La finanziaria 2012 ha tagliato i finanziamenti dello stato al CONI dai 458 Milioni di Euro costanti degli ultimi anni a 408 Milioni, e questo proprio in coincidenza con l’anno olimpico. Vero che le carte Olimpiche per Londra  dei vari sport italiani sono pochine, e molti meno sono di conseguenza anche gli apparteneti al Club OlimpicoCONI    ma saranno ancora meno per Buenos Aires nel 2016 se i finanziamenti agli sport Olimpici vengono ridotti.
Ma veniamo all’Arcosfera.

La mia annuale analisi della situazione dei tesseramenti FITARCO mi ha confermato quanto già si poteva supporre: la situazione tiene abbastanza nel Nord Italia, ma peggiora nel centro Sud.

Intanto, il numero ridicolo dei partecipanti ai Campionati Mondiali Indoor  2012 di Las Vegas  non è che l’ultimo indicatore di una crisi generale di disponibilità finanziarie delle varie federazioni mondiali che già aveva manifestato i suoi effetti nel 2011.

Il settore giovanile FITARCO è in crisi e per la prima volta dalla istituzione dei Mondiali Indoor Juniores la FITARCO non è riuscita a trovare tre Junior femminili  da mandare a Las Vegas. In questo caso, non mancavano i soldi, mancavano le atlete.  Le altre nazioni, il problema non se lo sono mai posto e le  Junior femminili non le hanno quasi mai mandate, ai mondiali Indoor.

Per riempire i ranghi degli atleti di interesse Olimpico FITARCO, la federazione per il 2012 ha abbassato i punteggi di ingresso nei gruppi dopo anni.  Se i punteggi fossero rimasti quelli del 21011, i gruppi avrebbero compreso solo i sei membri della squadra di Torino 2011. Una artificio estetico e “contabile” che non  maschera l’evidente crisi dell’alto livello Olimpico in Italia.

La FITA da parte sua cha continuato a modificare i regolamenti di ogni genere, utilizzando il perverso sistema dei By law che consente al Consiglio FITA di cambiare quasi tutte le regole in qualsiasi momento e senza preavviso.  Ma le partecipazioni alle gare “ufficiali” FITA, a parte i mondiali di Torino validi per la qualificazione Olimpica sono continuate a calare. Per farvi fronte,  la FITA ha ridotto le gare di Coppa del Mondo da quattro a tre per il 2012, e l’EMAU i Grand Prix Europei da tre a due.  Ma con l’eliminazione della gara di Porec dal circuito di Coppa del Mondo, la meno cara delle quattro,  la partecipazione complessiva non aumenterà di certo …

In questa situazione generale, il CONI, sulla spinta delle disposizioni economiche dei governi del 2011,  ha deciso di costringere le federazioni a snellire le proprie strutture riformandone d’ufficio gli statuti con la riduzione obbligatoria del numero dei consiglieri ad un massimo di dieci e dei revisori dei conti da cinque a tre. 

La  vera riduzione di costi in FITARCO  si avrebbe solo con la riduzione del numero dei Comitati Regionali, lo sappiamo tutti,  ma per ora non se ne parla.

Il 2013 ci vedrà quindi eleggere un Consiglio federale numericamente molto più piccolo e probabilmente eleggere  per la quarta volta Mario Scarzella  come presidente FITARCO , in assoluta mancanza di altri candidati.

 La giustizia sportiva di tutte le federazioni , altra grande malata, subirà invece la riduzione del numero dei gradi di giudizio da tre/quattro  a due sempre per imposizione CONI. Servirà a qualche cosa?

Già, gli argomenti  di cui parlare non mancano, mi sono detto, ed è ora che che Arcosfera ritorni a vivere, nella solita, utopistica speranza di far riflettere arcieri e dirigenti su quello che effettivamente servirebbe per rilanciare il nostro sport o per lo meno per fargli superare indenne questi anni difficili.

Arrivederci quindi alle prossime puntate  per una riesame almeno generale dei nostri massimi sistemi..


domenica 1 gennaio 2012

Buon 2012 !

Arcosfera l'ho lasciato dormire per parecchi mesi.
Mesi dedicati a importanti impegni personali e con i pochi momenti liberi sempre impegnati nel nostro amato sport.

Inoltre, mi sembrava giusto entrare in "tregua olimpico" per superare l'arduo scoglio dei mondiali di Torino e della qualificazione Olimpica.

I mesi sono trascorsi anche più veloci del previsto, con molti che mi chiedevano ... "ma quando  farai un bilancio della stagione 2011?"  Ma non era mai il momento giusto ...

Intanto, alle Olimpiadi ci andremo con entrambe le squadre, dopo avvenimenti che definire fortunosi è molto riduttivo e quindi, è ora giunto inevitabilmente il tempo dei bilanci.

Bilancio di una annata agonistica che ha ottenuto l'unico inderogabile successo: la qualificazione olimpica

Bilancio di una annata tecnica che invece non ha ottenuto praticamente nulla di concreto, salvo l'ennesima ristrutturazione dei quadri tecnici.

Bilancio di un annata economica che ha visto la FITARCO accumulare altri risparmi nel "tesoretto" delle riserve di bilancio ormai pluri milionarie.

Bilancio  di una situazione di stallo del nostro sport in molte aree del paese

Bilancio di un 50° anniversario FITARCO dove la storia continuano a scriverla non solo i vincitori, ma stranamente anche gli sconfitti.

Bilancio di una Federazione Internazionale che ha ormai perso, oltre al proprio nome,  il contatto con la realtà del nostro sport.

Bilancio preventivo di un 2012 che ci aspetta foriero di novità statutarie, di difficoltà economiche e di imprese tecniche.

Attendendo le Olimpiadi, Buon 2012 a tutti gli amici dell'Arcosfera e a risentirci nei prossimi giorni.

Vittorio

mercoledì 23 marzo 2011

Un po' di fantasia ...

Sono sui campi di gara da 38 anni, e sono stanco di partecipare sempre alle stesse gare.
Gare sempre intese come una bella fila di paglioni con davanti una bella fila di arcieri che tirano. Si contano i punti, si fa la classifica, si fa una premiazione come sempre poco partecipata e poi tutti a casa, fino alla prossima.
Vero che la serietà di uno sport si misura dal numero di anni di esistenza del suo regolamento attuale, e se il calcio ormai supera di gran lunga i 100 anni, il tiro con l’arco arriva a poco più di 50 con la sola gara FITA Round a 4 distanze. Tutte le altre gare FITA di ogni tipo hanno vita molto più breve, fino ad addirittura allo zero anni assoluti della nuova gara 50 mt + Match round a 15 frecce che verrà utilizzata ai Mondiali di Torino 2011 direttamente senza mai essere stata utilizzata prima di quest’anno.
E’ chiaro che la FITA, nella sua ossessiva ricerca di una formula di gradimento televisivo, è ormai arrivata alla variazione continua ed assoluta dei regolamenti di ogni tipo di gara spesso addirittura senza apparente motivo o spiegazione.  L’aggiornamento degli arbitri ai regolamenti è diventata oggi una necessità trimestrale, quando fino a pochi  anni fa i regolamenti FITA potevano variare per statuto solo ogni due anni e dovevano essere comunque testati per almeno un anno prima di essere introdotti ufficialmente; ora  le variazioni vengono introdotte addirittura durante la stessa stagione in corso, tra una gara dello stesso tipo e un’altra, come successo per il Compound più volte nel 2010, con confusione e smarrimento generalizzati.

Ma tutto questo fervore nel variare continuamente i regolamenti ha portato qualcosa al movimento arcieristico mondiale, a parte costi organizzativi sempre crescenti?

Se ci si astrae un attimo dalle consuetudini e si da una occhiata a cosa succede realmente, si scopre purtroppo che il tentativo di scimmiottare i regolamenti degli eventi mondiali maggiori della FITA anche a livello minimo locale ha solo portato ad abbandoni del nostro sport a livello di base.
Già lo scorso anno nell’articolo La corazzata Potiomkin ho sollevato il problema di proporre agli arcieri delle gare gradevoli e che potessero finalmente incentivare lo sviluppo del nostro sport, abbandonando le velleità di imitazione delle Olimpiadi anche a livello di garette locali.
In 38 anni e di in vari ruoli ricoperti, ho  personalmente tentato tantissime strade per far divertire gli arcieri sui campi di gara, qualche volta progettando gare  e manifestazioni ex-novo, altre adattando soluzioni  già esistenti alla realtà italiana o locale.
Qualche esempio:
-        Il Torneo del Galletto, nato nel 1976 e vero precursore delle gare a scontri diretti, tuttora organizzato dal mio club ogni inizio di Maggio. Ha visto nei momenti di massimo splendore oltre 220 partecipanti sulla linea di tiro e vincitori illustri come Leandro De Nardi, Guido Bonalumi e Michele Frangilli .
-        La 24 Ore di Castellanza, mutuata nel 1995 dalla 24 ore di Belfort, organizzata per sei edizioni fino al 2001, che raggiunse gli oltre 450 partecipanti nell’edizione finale del 2001
-        L’Olympic Round con Ripescaggio, sperimentato nel 2000 sia a Salice Terme che a Porec per evitare le eliminazioni delle teste di serie negli scontri diretti. Andò in congresso FITA nel 2001 ma non fu neppure votato. Funzionava, ma non era gradito.
-        Il 50 mt Match Round, da me progettato quando ero nel TAC della FITA su incarico di Jim Easton, allora presidente della FITA, che voleva una gara per club semplice che consentisse di allenare egli arcieri agli scontri diretti senza eliminarli. La gara è nel libro 5 della FITA ed è ancora organizzata specialmente in Italia, ma non ha avuto la diffusione sperata.
-        Il Triplo FITA in due giorni, che in prima edizione nel 2010 nonostante lo scetticismo generale ha visto tutti i partecipanti entusiasti e ben 30 record battuti tra Mondiali, Europei e Italiani.
-        La gara 5D , di introduzione al 3D Fita e aperta anche all’arco Olimpico, che verrà sperimentata l’8 Maggio 2011 a Castiglione Olona
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Nutro inoltre enorme ammirazione per gli ideatori ed organizzatori dei due maggiori eventi arcieristici mondiali: la gara di Las Vegas con oltre 1600 partecipanti  e quella di Nimes con oltre 1200 partecipanti.
Già, i due maggiori eventi arcieristici mondiali sono considerati tali per il numero di partecipanti e semmai per il montepremi complessivo in palio, non per il titolo che assegnano in sé.
Tanti partecipanti che portano tanti soldi che diventano tanti premi, in un ciclo positivo moltiplicatore che viene arrestato solo dalle dimensioni degli impianti.
Deprimente il confronto tra quello che dovrebbe esser l’evento Indoor più importante dell’anno in Europa, i Campionati Europei Indoor in Spagna con poco più di 200 partecipanti, e la gara di Nimes con gli  oltre 1200 partecipanti. Da un lato, costi altissimi di partecipazione e organizzazione e premi inesistenti, dall’altro una vera festa dell’arcieria a costo modesto per tutti  e premi per il 30% dei partecipanti. Evidentemente, una formula vecchia ed obsoleta contro il nuovo modo di vedere il tiro con l’arco nella realtà mondiale. Ed in un mondo in crisi economica, sperare di continuare a mungere denaro pubblico per spenderlo in organizzazione di gare che non si ripagherebbero mai da sole è pura follia.

Affezionati abitanti dell’Arcosfera, possibile che in Italia non si sia in grado di organizzare un evento arcieristico con migliaia di partecipanti, che si auto finanzi senza costare decine o centinaia di migliaia di euro alle stressate finanze nazionali , che sia pure di assoluto gradimento per i partecipanti e che faccia veramente parlare di sé?

Da anni sostengo che i nostri campionati nazionali indoor hanno il potenziale per trasformarsi in tale tipo di evento, ed il mio progetto di massima è stato proposto più volte all’attenzione della FITARCO, incontrando il solito, eterno muro di gomma .
Tre giorni, 3000 partecipanti, 50.000 Euro di montepremi … Non è solo un sogno, è una ipotesi realizzabile e per i dettagli ed una discussione approfondita vi rimando al topic specifico sul  Forum della CAM , ma questa è solo una delle possibilità.

Insomma, tutto si può fare, tutto si può realizzare e il tiro con l’arco ha bisogno assoluto dello sforzo di tutti nel superare gli schemi obsoleti attuali e proiettarsi il più in fretta possibile verso una crescita reale, che può venire solo dall’aumento del numero dei praticanti e non certo dall’inesistente o sporadico pubblico televisivo.

Ma per avere più praticanti e più partecipanti, signori miei, serve soprattutto un  po’ di fantasia…